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23 Aprile, 2025 Cesenatico

Abolizione del ballottaggio: Gozzoli contrario, Buda favorevole

L’abolizione del ballottaggio alle elezioni nei comuni con più di quindicimila abitanti (nel caso in cui, al primo turno, un candidato arrivi almeno al 40%) è diventato terreno di “scontro politico”. Il centrodestra ha ritirato l’emendamento dal “Decreto Elezioni” ma, in compenso, su questo tema, ha promesso un disegno di legge “che – assicurano – verrà approvato in tempi brevi e a larga maggioranza”.  

Ma come la pensano i nostri politici? Abbiamo sottoposto il tema ad alcuni protagonisti della scena politica di Cesenatico. Ecco le loro risposte.

Matteo Gozzoli: “Assolutamente contrario. Ritengo il provvedimento sbagliato perché il Sindaco deve essere espressione della maggioranza dei cittadini che votano. Essere eletti con il solo 40% lo trovo limitante. La legge per l’elezione dei Sindaci ha garantito in questi anni, tramite il ballottaggio, un modo semplice ed efficace per eleggere Sindaci e maggioranze che siano autentiche espressioni del volere della cittadinanza. Nel 2016, al primo turno, arrivai poco sopra il 43% e andai al ballottaggio con Buda che aveva 20 punti di meno, ma l’ho ritenuto un passaggio necessario alla vita democratica del nostro Comune. Norme così delicate andrebbero affrontate in modo condiviso e non a colpi di maggioranza. Non so perché il centrodestra pensi a questa manovra, ma nel nostro territorio favorirebbe più il Pd del centrodestra. Ad ogni modo non lo trovo giusto”.

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Roberto Buda: “Non penso che stravolgerà più di tanto l’andamento delle prossime elezioni comunali ma, in ogni caso, l’eliminazione del ballottaggio semplificherebbe le cose, riducendo i costi della campagna elettorale e le cosiddette spese istituzionali. I dati sull’affluenza, per altro, dimostrano quanto sia diventato complicato portare la gente a votare e dunque, riunire la partita elettorale in un’unica giornata, mi sembra sensato. E per questo sono favorevole. E’ chiaro che, se passasse questa linea, cambierebbe anche un po’ il modo di organizzare la politica: ad esempio, si ridurrebbe il numero dei candidati sindaci che, a quel punto, sarebbero più propensi a siglare accordi preventivi. Si andrebbe ad un maggiore accorpamento delle forze politiche e verrebbero eliminati gli accordi volanti dopo il primo turno, probabilmente a beneficio di una maggiore chiarezza per l’elettorato. Dopo il ballottaggio, infatti, era possibile fare delle alleanze elettorali, cosa che, con questa nuova norma, non sarebbe più consentito”.  

Valentina Montalti (Pd): “Eliminare il ballottaggio può essere un errore se si vuole garantire una rappresentanza chiara e una governabilità stabile. Il ballottaggio è una legittimazione della democrazia del vincitore perché assicura che chi governa abbia il sostegno della maggioranza assoluta e chiara, inoltre dà più potere agli elettori che hanno la possibilità di ripensare le scelte aumentando la qualità del voto. Nel secondo turno i candidati devono cercare consensi più ampi, anche tra elettori moderati o di centro, evitando così che partiti estremisti abbiano un peso sproporzionato solo grazie alla frammentazione del voto”.

Emilio Zarrelli (Fratelli d’Italia): “Sono favorevole a questo disegno di legge perchè, prima della tornata elettorale, impone alle coalizioni una maggiore chiarezza. In questo modo, infatti, si evitano quelle ‘ammucchiate’ e quegli accordi postumi che talvolta, dopo il primo turno, trasformavano i partiti sconfitti in ‘aghi della bilancia’. E’ anche un modo per arginare il problema dell’astensionismo perchè i cittadini sanno che tutto è concentrato in un unico giorno e quindi potrebbero essere più propensi a recarsi alle urne. A parte questo, al secondo turno, il calo degli elettori è fisiologico, dunque non aveva molto senso. Ma, ripeto, l’aspetto più importante riguarda la fine di certi giochetti: tante volte abbiamo visto partiti che, al primo turno, lanciavano strali contro quel candidato e poi, al ballottaggio, facevano dietrofront stringendoci un accordo. In questo modo, invece, poniamo fine alla politica del ‘do ut des’ che troppe volte ha disorientato l’elettorato”. 

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