“NCS”. Non ci siamo. Lo scrivo con lo slang giovanile perché, in questa storia che indigna, le vere vittime sono i giovani. Quelli che si fanno un mazzo così per studiare, quelli che ancora credono nella giustizia terrena, quelli che si alzano alle 6 del mattino per andare a lavorare.
Ecco, provate a spiegarglielo voi, a questi giovani, per quale ragione uno spacciatore pregiudicato che viene beccato con 128 grammi di cocaina, dopo una notte in caserma, firma un verbale e se ne torna a casa come se niente fosse.
E allora partiamo dall’antefatto. Venerdì scorso, nei pressi della vena Mazzarini, gli agenti della polizia locale di Cesenatico fermano un ragazzo sospetto in bicicletta. In tasca gli trovano un po’ di cocaina e 400 euro in contanti. Lui, sprovvisto di documenti, si rifiuta di fornire le generalità e di indicare il suo domicilio. Addosso però ha una tessera magnetica di un B&B e, dunque, gli agenti ci mettono poco a risalire alla sua dimora. Nella sua stanza gli trovano un bilancino di precisione, quattromila euro in contanti e 128 grami di cocaina, una quantità che, immessa sul mercato, gli avrebbe fruttato oltre 25mila euro.
Dopo una notte nel Comando di Polizia Locale di Cesena, viene tradotto nella caserma dei Carabinieri di Milano Marittima dove finalmente si procede alla sua identificazione. Si tratta di un 25enne albanese, nato nell’agosto del 1999, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e contro le persone. Già espulso dall’Italia, era rientrato sul territorio nazionale sotto falso nome.
Il giovane finisce davanti al giudice e il pubblico ministero, dottoressa Susanna Leonarduzzi della Procura della Repubblica presso il tribunale di Forlì, ne dispone il trasferimento in carcere a Rimini in attesa della convalida. L’udienza si svolge lunedì e il Gip che fa? Convalida l’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e poi… lo rilascia. Unica “punizione”: la misura del divieto di dimora in Emilia-Romagna. Lui, un tantino incredulo, esce dal tribunale ciondolando con il sorriso da bimbo-minchia, saluta l’avvocato d’ufficio e sale, senza biglietto, sul primo treno per Pesaro.
Tutto questo nell’Italia del centrodestra, sotto gli occhi di quel governo che aveva promesso “tolleranza zero” sulla sicurezza e sonore legnate sulla schiena dei “maranza”, un’Italia terrorizzata dai diktat di Salvini che, per mesi, ha seminato il panico con le sue crociate contro lo spinello.
Ora, anche se questa frase l’avrete letta mille volte, non c’é dubbio che il giudice abbia applicato la legge e che quella sentenza sia legittimata da una norma del nostro ordinamento, ma in questo modo il “sistema Paese” diventa una barzelletta e, se il margine di guadagno é alto e il “rischio d’impresa” nullo – lo avrete pensato tutti – come si fa a non cadere nella tentazione di imboccare, almeno una volta nella vita, i sentieri cupi dell’illegalità per provare sulla propria pelle la dolce ebrezza dell’impunità?
In Italia le carceri scoppiano e, anche se nessuno lo ammette, la tendenza dei giudici oggi é quella di evitare il più possibile una misura detentiva che – tra sovraffollamento, sporcizia, malattie e promiscuità – potrebbe diventare un inferno, ma questa sentenza resta comunque scandalosa perché, oltre a disorientare i giovani, diffonde un messaggio pericoloso, ovvero che, in questa Repubblica di Pulcinella, alla fine, i furbi la spuntano sempre.