C’é uno stabilimento balneare, a pochi chilometri da Cesenatico che, per colpa dell’erosione, rischia di non poter lavorare la prossima estate. E’ il bagno “Gino” di San Mauro Mare che si trova in uno spicchio di arenile ormai quasi completamente “divorato” dal mare.
Il problema é finito persino sui banchi della Regione grazie ad un’interrogazione presentata dal consigliere di Rete Civica Marco Mastacchi che ha messo in luce lo stato di profonda frustrazione di alcuni operatori della zona: “La situazione costiera di San Mauro Mare è critica – ha spiegato il consigliere – aggravata anche da interventi inadeguati se non addirittura dannosi. Pertanto serve un’azione urgente. I danni subiti dal Bagno Gino rispecchiano chiaramente la gravità della situazione attuale e delle prospettive future”.
“Nel 2017 – ricapitola Rete Civica – nel comune di San Mauro l’amministrazione locale decise di presentare un progetto sperimentale il cui obiettivo principale era di migliorare la corrente litoranea, la qualità delle acque e contrastare l’erosione attraverso l’apertura di quattro varchi nelle scogliere artificiali antistanti l’arenile (poste a 130 metri dalla riva). Il parere sfavorevole del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bologna che presentava uno studio alternativo, allertando sul pericolo di erosione a seguito dell’apertura dei varchi, non ha fermato il Comune che, nel 2018, ha ripresentato il progetto e realizzato i lavori nella primavera del 2022. È un dato di fatto che gli interventi realizzati a San Mauro Mare nell’ambito della Strategia Gidac (Stratega di Gestione Integrata per la Difesa e l’Adattamento della Costa regionale ai cambiamenti climatici) si siano distinti per gli effetti dannosi rispetto a quelli in altri comuni come Bellaria, Gatteo, Cesenatico e Cervia e sembrano aver aggravato il problema dell’erosione. I lavori di mobilizzazione della sabbia hanno peggiorato la situazione costiera, portando una gran quantità di fango sul litorale e danneggiando ulteriormente l’arenile già ridotto al minimo”.
Insomma, il Bagno Gino ha pagato più di tutti per questa disastrosa situazione dell’arenile e, nonostante le rassicurazioni di interventi tempestivi promessi dall’Amministrazione per il ripristino delle scogliere al loro assetto originale e per il relativo ripascimento delle spiagge, ad oggi nulla è stato fatto.