Siamo ormai abituati a considerare Cesenatico come parte integrante dell’Unione dei Comuni del Rubicone e Mare perché, dall’aprile del 2014, con questa istituzione condividiamo, in forma associata, diversi servizi essenziali: dalla gestione dei sistemi informatici alla protezione civile, dalla gestione del personale ai servizi sociali.
Peccato che, sul piano della promozione turistica – malgrado la vicinanza con Gatteo Mare e San Mauro Mare – l’alleanza non abbia mai partorito granché, come ci conferma il progetto di marketing territoriale “Romagna Autentica” presentato nei giorni scorsi con grande enfasi alla BIT, la fiera del turismo di Milano.
Non si tratta, sia chiaro, di un progetto che cambierà i destini di questo territorio ma, in ogni caso, il fatto che la Valle del Rubicone sia una delle otto vallate che racconteranno la Romagna, anche questa iniziativa poteva rappresentare un’opportunità in più.
Cesenatico, però, fa parte dell’Unione dei Comuni del Rubicone e Mare, ma non della Valle del Rubicone e così – assieme a Montiano (che fa parte della Valle del Savio) – è rimasta esclusa dal progetto.
Ora, è vero che Cesenatico s’identifica soprattutto con il filone balneare, ma esiste anche un comprensorio che – tra agriturismi e ciclovie – può rappresentare una potenzialità interessante. Insomma, poiché il progetto mirava a far emergere l’identità profonda dell’entroterra attraverso “esperienze uniche, tradizioni autentiche e un’ospitalità calorosa”, un cenno ad esempio al labirinto del podere Salmastro o alla ciclovia del Pisciatello non avrebbe fatto male.
Il progetto, finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) attraverso il Gal L’Altra Romagna e coordinato da Visit Romagna, si propone infatti di valorizzare l’entroterra con percorsi turistici che spaziano dal trekking ai cammini storici, dall’enogastronomia alle esperienze di benessere. Insomma, una bella vetrina per il territorio dell’Unione Rubicone e Mare, ricco di paesaggi suggestivi, borghi medievali e una tradizione culinaria d’eccellenza.
Ovviamente, se lo statuto dell’Unione non prevede politiche comuni sul turismo, c’è poco da fare e da recriminare, ma quante volte abbiamo sentito la politica lanciarsi in sperticati appelli per “fare sistema”, “diversificare l’offerta” e “fare rete” con le realtà circostanti? Tutti concetti giusti e condivisibili. Peccato che, quando si accendono i riflettori che contano (come quelli della Bit), Cesenatico – per un cavillo geografico – resti indietro.