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18 Aprile, 2025 Cesenatico
Il pagellone di Sanremo 2025. Tra sorprese, conferme e grandi flop

Il pagellone di Sanremo 2025. Tra sorprese, conferme e grandi flop

Di FLAVIO BERTOZZI

Calze. Mutande. Vestaglione di flanella. Tavolinetto di fronte al televisore. Frittatona di cipolle. Famigliare di Peroni gelata. Tifo indiavolato. Rutto libero. E – aggiungo io – pure un paio di thermos pieni di caffè per tenermi bello sveglio. 

Signore e signori, ieri sera ho fatto l’una per voi. Si, solo per voi. E tutto questo per potervi regalare le pagelle delle 29 canzoni  dei big – o dei pseudo-big, eh – della 75esima edizione del Festival di Sanremo. Siete pronti? Siete caldi? Bene. Si parte… 

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Gaia (Chiamo io, chiami tu) voto 5 – La regina (con Sesso e Samba) dell’ultima estate sforna un’altra hit dal ritmo martellante. Solito tunz tunz e solite secchiate di banalità a profusione. Futuro tormentone. Anzi no, futuro tormentino.

Francesco Gabbani (Viva la vita) voto 6,5 – Ballad dal sapore classico, alla Gabbani. Non sarà Viceversa, ma tanta roba ugualmente. D’altronde, l’amico della Scimmia (nuda) che balla, a Sanremo non ha mai sbagliato un colpo…

Rkomi (Il ritmo delle cose) voto 6 – Pezzo spiazzante. Strano. A tratti indecifrabile. Oh, non ho detto che non mi piace. Però devo risentirlo almeno un’altra volta. Solo sufficienza. Per ora.

Noemi (Se t’innamori muori) voto 5,5 – La voce graffiante c’è. Il brano, confezionato dalla premiatissima Mahmood-Blanco, è però maledettamente prevedibile. Lo dico? Massì, lo dico. Delusione.

Irama (Lentamente) voto 6 – Abbonato all’Ariston, Irama non esce dalla sua confort zona e propone la sua solita ballatona carica di pathos. Arriverà tra i primi cinque. Anche più su, se il Televoto gli dà una mano. 

Coma_Cose (Cuoricini) voto 7 – Chiedo per un amico: ma questi due non erano indie? Vabbè, a parte questo ‘piccolo’ dettaglio, qui troviamo tastiere anni ’80 e un super ritornello terribilmente commerciale (da ballare) che ti si ficca subito in testa. Ricchi e Poveri con 30 anni in meno.

Simone Cristicchi (Quando sarai piccola) voto 6 – Emozioni a profusione. Interpretazione teatrale. Canzone che punta tanto (pure troppo, eh) al cuore della gente. E anche al Premio della Critica.

Marcella Bella (Pelle diamante) voto 4 – Scongelata per l’occasione, la vecchia signora delle Montagne Verdi prova a fare la giovane. Per l’appunto, prova. Pezzo a tratti agghiacciante. Che fa un po’ Loredana Berte dei poveri. Bocciatissima.

Achille Lauro (Incoscienti giovani) voto 9 – Sì, c’è cascato di nuovo. Lauro torna all’Ariston per la quarta volta in gara ma, questa volta, cambia strategia. Oh, qui – con questa Amore Disperato Vol. 2 – ci può scappare il podio. E pure la vittoria. PS: però il ‘Oh mio Dio’ di Lauro mi manca già…

Giorgia (La cura per me) voto 7,5 – Diciamolo subito: canzone (targata Blanco) così così. Ma con quella voce lì, l’inossidabile Giorgia, potrebbe cantare anche un vecchio elenco del telefono della provincia di Sassari. Pure lei si giocherà la vittoria sino alla fine…

Willie Peyote (Grazie ma no grazie) voto 7 – Il passaggio ‘C’hai provato anche più volte dei Jalisse, ma l’insistenza non è mai così di classe…’ vale da solo il prezzo del biglietto. Grande penna. Lui tra l’altro è l’unico che affronta temi sociali e politici. 

Rose Villain (Fuorilegge) voto 6 – Pezzo meno immediato (e probabilmente più debole) di Click Boom! La Rose resta comunque un gran bel vedere. O, come diceva mio nonno, una patacca da paVura.

Shablo (La mia parola) voto 6 – Hip hop vecchio stile che guarda al soul. Con Guè (più Tormento e Joshua) il successo radiofonico è (forse) assicurato.

Olly (Balorda nostalgia) voto 7 – Uno dei grandi idoli della Generazione Z arriva a Sanremo con una ballad romantica molto paracula. Potrebbe puntare anche al colpaccio in Riviera.

Elodie (Dimenticarsi alle 7) voto 6,5 – Io, questa canzone (dal sapore un po’ vintage, un po’ alla Mina) sfoderata dalla sempre super-sexy Eloide, non l’avrei chiamata ‘Dimenticarsi alle Sette’. Ma ‘Dimenticarsi alle Tette’. E non aggiungo altro…

Massimo Ranieri (Tra le mani un cuore) voto 6 – Brano (confezionato da Nek e Tiziano Ferro) un po’ anacronistico. Che fa molto Sanremo ‘targato’ Baudo.  Ma cosa vuoi dire a chi ha cantato (anche) Perdere l’amore?

Tony Effe (Damme na mano) voto 6 – Il trapper più chiacchierato (e più sessista) degli ultimi tempi spiazza tutti con uno stornello in romanesco. Un po’ Califano, un po’ Mannarino. Pensavo peggio. Anche se lui continua ad ispirarmi la stessa simpatia di una merda di alano. O di un tutor dell’A14.

Serena Brancale (Anema e core) voto 3,5 – La peggiore canzone del Festival. Stop. Se lei è una big della musica italiana, Carlo Conti è bianco come il latte. 

Brunori Sas (L’albero delle noci) voto 7,5 – Gran debutto per lui. Brano alla De Gregori, vecchio stile, con un gran testo. Tanta (anzi, tantissima) qualità. Premio della Critica già in saccoccia? Probabile. Anche se pure Cristicchi non scherza.

Modà (Non dimentico) voto 6,5 – Una nuova canzone dei Modà che assomiglia incredibilmente a una vecchia canzone dei Modà. Stop. Pezzo demodè. Anzi, demodà. E perdonatemi il battutone da terza (pure quarta, eh) fascia.

Clara (Febbre) voto 5 – Dietro a questo brano c’è la mano (anche) di Madame. Epperò, tra rime banalotte e il ‘solito’ tunz tunz, c’è poco da stare allegri. Alta rotazione assicurata, ma in Riviera per puntare in alto servirebbe bel altro…

Fedez (Battito) voto 6,5 – Pezzo ruvido. Sincero. Ansiogeno. A me non dispiace, eh. Domandona: Chiara Ferragni avrà gradito? Ah, a proposito dell’ex regina dei – ehm ehm – panettoni. Nella serata delle cover, Fedez, canterà Bella Stronza con Marco Masini: siete (già) caldi?

Lucio Corsi (Volevo essere un duro) voto 8,5 – Poesia allo stato puro. Il ‘nuovo’ Ivan Graziani non delude i suoi seguaci di lungo corso. E nemmeno i suoi fan della prima ora. Evviva: l’indie è ancora vivo. E lotta tra noi.

Bresh (La tana del granchio) voto 6 – Pezzo senza grandi pretese. Che non regala particolari emozioni. Il titolo del pezzo è però il più bello del Festival.

Rocco Hunt (Mille vote ancora) voto 4,5 – Mischione tra rap e pop, italiano e napoletano. Un po’ Geolier, un po’ Gigi D’Alessio, un po’ Nino d’angelo. Della serie vorrei (sfondare) ma non posso.

Sarah Toscano (Amarcord) voto 4 – Solita cassa dritta, solito tunz tunz, martellante. La vincitrice di Amici 2024 sfodera sul palco dell’Ariston un pezzo inutile. Che farà rivoltare nella tomba (anche) il grande maestro Federico Fellini.

Joan Thiele (Eco) voto 7 – Elegante. Ricercata. Sofisticata. Non banale. La canzone più internazionale del lotto. Bravissima.

Francesca Michielin (Fango in paradiso) voto 5 – Boh, a me lei non è mai piaciuta. E continua a non piacere. Leggerina. Insipida. Forse anche inutile, come una piadina senza strutto. Poi l’orario (tardo) di uscita non aiuta, eh.

The Kolors (Tu con chi fai l’amore) voto 6 – Canzone che fa subito Ibiza. Anzi, Mykonos. Meno immediata di altre hit di Stash & Friends. Ma – sigh – pure questa ce la porteremo dietro sino alla prossima estate.

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