Alle prime luci dell’alba già si levano i primi garriti, segno che il gabbiano reale, aspettando la stagione della riproduzione, sta cominciando a diventare territoriale.
E così, in attesa dei camperisti, saranno loro – come da tradizione – il tema più gettonato di questa primavera. Molesti, aggressivi, imbrattatori seriali, questi padroni del mare che stregarono la vena romantica di Richard Bach (autore del celebre romanzo “Jonathan Livingston”), da queste parti, non godono di una buona fama. Tanto che molti cittadini di Cesenatico se ne liberano con metodi sbrigativi e, a volte – va detto – anche gratuitamente crudeli.
Non tutti sanno, però, che il gabbiano é una specie protetta e, dunque, per quanto chiassosi e pestiferi, torcergli una sola piuma può costare caro. Ce lo ricorda il dottor Maurizio Pascucci, membro del Comitato Scientifico Europa Verde Emilia-Romagna e, da un paio di mesi, nuovo delegato provinciale della Lipu.
Dottor Pascucci, lei abituato ad operare in mezzo al mare con la nave oceanografica Daphne, come è diventato delegato provinciale della Lipu?
“La Lipu per me rappresenta un’attività di volontariato che nasce da una mia passione personale per la conservazione della natura ed il mondo dell’ornitologia. Del resto, anche nella mia quotidiana attività con Daphne, mi occupo di tutela e conservazione del patrimonio naturale. In questo caso, cambia l’ecosistema, ma il principio etico resta lo stesso. Erano diversi anni che a Forlì-Cesena, dove pure abbiamo tanti iscritti, mancava una delegazione della Lipu, per questo quando i vertici nazionali hanno chiesto se ci fosse qualcuno disposto a diventare delegato di questa provincia, mi sono subito fatto avanti”.
Quando è partito con questo incarico e quali sono gli obiettivi?
“La nostra delegazione è stata istituita alla fine di gennaio e ha appena avviato le proprie attività. Il nostro obiettivo principale è creare una rete e strutturare il gruppo in modo organizzato ed efficiente affinché possa diventare un punto di riferimento autorevole nel settore dell’ornitologia. Ci rivolgiamo a tutti coloro che amano la natura e desiderano contribuire concretamente alla tutela degli uccelli selvatici e dei loro habitat. Insieme possiamo valorizzare le straordinarie ricchezze naturali della nostra provincia e difendere con determinazione il nostro patrimonio ambientale. Invitiamo tutti i cittadini a unirsi a noi in questa missione. Chiunque voglia iscriversi alla Lipu, porre domande o segnalare la presenza di animali in difficoltà può contattarci all’indirizzo: forli.cesena@lipu.it”.
In questo periodo dell’anno, a Cesenatico come in tutti i comuni costieri, si ripropone l’annoso problema dell’invasione dei gabbiani. Come gestire questo fenomeno?
“È fondamentale sapere che il Gabbiano reale è una specie non cacciabile e, di conseguenza, protetta. Questo volatile, infatti, rientra nel patrimonio indisponibile dello Stato ai sensi della legge 11 febbraio 1992, n. 157, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Questo significa che chi abbatte, cattura o detiene una specie nei cui confronti la caccia non è consentita commette un reato ed è quindi penalmente perseguibile”.
Ma la convivenza col Gabbiano reale non è sempre facile: nei periodi riproduttivi, in particolare, la specie può diventare aggressiva e, ancora più spesso, le loro feci melmose imbrattano davanzali, terrazzi, auto e giardini…
“Negli ultimi 20-30 anni, l’aumento demografico del Gabbiano reale ha portato, in effetti, ad un’espansione del suo areale riproduttivo con una crescente colonizzazione dell’ambiente urbano. L’elevata presenza di esemplari che sfruttano la città per nutrirsi e nidificare ha determinato una convivenza non sempre facile con l’uomo. Durante la stagione riproduttiva, in particolare dopo la nascita dei piccoli, i genitori sono molto apprensivi e tendono a scacciare quelli che ritengono un pericolo per la propria prole. Inoltre, risultano particolarmente rumorosi, anche di notte, e contribuiscono al degrado urbano attraverso deiezioni sugli edifici e sulle auto, oltre alla dispersione dei rifiuti quando cercano cibo nei cassonetti. Per gestire questi disagi in modo efficace, è fondamentale adottare un approccio razionale e privilegiare metodi ecologici. La corretta gestione dei rifiuti urbani, in particolare in prossimità dei ristoranti o vicino alle pescherie e al porto, è una strategia essenziale, poiché la disponibilità di risorse alimentari facilmente accessibili rappresenta una delle principali cause di attrazione della fauna selvatica nelle aree antropizzate. Inoltre, l’uso di dissuasori fisici, come reti antintrusione, dissuasori di appoggio meccanici ad azione incruenta o fili tesi sopra le superfici da proteggere, si sono dimostrati metodi efficaci per limitare la presenza dei Gabbiani reali nelle zone sensibili. Altre strategie di dissuasione come le sagome dei falchi o i deterrenti sonori, possono risultare efficaci per un periodo limitato, in quanto i gabbiani tendono ad adattarsi rapidamente. Una volta compreso che non sussiste una reale minaccia, è improbabile che abbandonino l’area”.
Dunque, non è possibile oggi rimuovere un nido?
“Come indicato in precedenza, il Gabbiano reale è una specie protetta in Italia ai sensi della Legge 157/92. Di conseguenza, qualsiasi intervento sugli individui adulti, sui nidi, sulle uova o sui pulli deve essere preventivamente autorizzato dalla Regione, previa acquisizione del parere favorevole dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’ente responsabile della gestione della fauna selvatica in Italia. Solo dopo l’ottenimento di tali autorizzazioni è possibile, ad esempio, procedere alla rimozione di nidi o uova. In assenza di tale parere, si rischia di sbagliare ed incorrere in una denuncia penale”.
E di solito come si esprime l’ISPRA?
“La valutazione dell’Istituto dipende dalla specifica circostanza e, in ogni caso, l’iter procedurale non è immediato: il rilascio del pronunciamento potrebbe richiedere diversi mesi. Di conseguenza, considerando i tempi tecnici, ci troviamo già in una situazione di ritardo. Per questo motivo, è fondamentale puntare sulla prevenzione. I metodi cruenti, come la rimozione di un nido, non rappresentano una soluzione definitiva, ma spostano semplicemente il problema nel tempo o nello spazio. Spesso, infatti, la coppia di uccelli ricostruisce il nido nello stesso luogo o, in alternativa, ne crea uno nelle vicinanze, magari sul tetto del vicino, riportandoci al punto di partenza”.
Che fare con i piccoli di gabbiani che cadono dal tetto?
“Tra le attività della Lipu rientra anche il recupero di esemplari feriti, che vengono successivamente trasferiti nei centri specializzati per l’avifauna selvatica. In caso di necessità, è possibile contattare la delegazione di riferimento all’indirizzo e-mail forli.cesena@Lipu.it. È importante ricordare che i piccoli non devono essere toccati e, soprattutto, non vanno alimentati. Offrire loro del cibo potrebbe infatti ridurre la loro naturale diffidenza, portandoli ad associare l’uomo a una fonte di nutrimento facile e a frequentare sempre più le aree antropizzate. Questo comportamento rischia di compromettere gli sforzi volti a ridurre il conflitto tra Gabbiano reale e uomo. La gestione di questi animali deve essere affidata esclusivamente a personale qualificato”.