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23 Aprile, 2025 Cesenatico
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Quella volta che Cesenatico finì sulla copertina de “La domenica del Corriere”

La memoria storica è andata ormai perduta perché, per ricordare quel tragico episodio di cronaca datato aprile 1930, bisognerebbe avere almeno 95 anni. Ma quell’incidente, ritratto dalla matita straordinaria di Achille Beltrame, dev’essere stato qualcosa di serio visto che occupò la prima pagina de “La domenica del Corriere”, il popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso, esattamente un secolo dopo, nel 1989. 

Il sommario di copertina recitava in questo modo: “Al passaggio a livello di Cesenatico, in Romagna, due donne, su un calesse, attendevano che fosse passato il treno per varcare i binari. Ma il cavallo a un tratto si imbizzarriva e il veicolo, indietreggiando, andava a cadere nel profondo canale del porto. Alle grida delle donne un pescatore accorreva e si gettava coraggiosamente in acqua riuscendo, dopo grandi sforzi, a salvare le due pericolanti”. 

Il fatto dev’essere accaduto realmente perché quel settimanale – fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera – non era un fantasy, anche se il tratto della copertina ricordava un fumetto. 

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Apparso per la prima volta nelle edicole l’8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera, la rivista era stampata in grande formato, aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano, ma venne pensato come “settimanale degli italiani”. 

Quella volta che Cesenatico finì sulla copertina de “La domenica del Corriere”

Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. 

Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall’illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall’analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. 

Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent’anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). 

Quella volta che Cesenatico finì sulla copertina de “La domenica del Corriere”

L’ultima pagina di quel numero

A differenza dei settimanali dell’epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia.

Ebbene, tornando alla copertina dedicata a Cesenatico, va detto che questa autentica reliquia della nostra storia locale si trova in vendita su E-Bay ad un prezzo davvero allettante, appena 9,99 euro. Si tratta, nello specifico, della rivista n. 15 dell’anno 8 uscita in edicola il 13 aprile del 1930. Venduta in buono stato di conservazione, presenta qualche fisiologico segno di usura, ma niente che ne infici il valore storico.  

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