“Vuoi lavorare con noi? Lascia a casa il tuo smartphone”. E’ una condizione “sine qua non” quella proposta dalla cooperativa Aerat, l’ente trentino che, da 45 anni, gestisce a Ponente una colonia estiva da 450 posti letto.
Tra ruderi diroccati e immobili fatiscenti, questa casa colonica rappresenta un esempio virtuoso di eccezionale longevità che, in questi anni, ha accolto decine di migliaia di giovanissimi, tra ospiti e collaboratori, in un’esperienza di vita attiva, altamente socializzante e ancora molto attrattiva (le iscrizioni per assicurarsi un posto per la prossima estate sono andati sold-out in pochissime ore).
Un format di vacanza che piace soprattutto alle famiglie perché i giovani ospiti, a cui viene proposto un ricco programma di attività, quando varcano la soglia della struttura devono consegnare il loro telefonino. Una regola rigorosa a cui devono attenersi anche gli animatori, come spiega Edo Grassi, presidente di Aerat: “Noi costruiamo relazioni – dice – e lo facciamo dal 1980. Il nostro obiettivo é formare giovani più attivi, sportivi, sereni, strutturati e responsabili. Vogliamo ragazze e ragazzi meno connessi allo smartphone, più capaci di stringere relazioni reali, ecco perché, su questo tema, abbiamo assunto una posizione netta”.
“Le nostre vacanze – spiega – saranno sempre di più smartphone free, così come smartphone free é l’ingaggio che proponiamo ai tantissimi ragazzi che lavoreranno quest’estate con noi. Non possiamo obbligare i nostri collaboratori a lasciare il telefono a casa, ma possiamo convincerli a cogliere l’occasione di farne a meno il più possibile, durante la permanenza in colonia. Non siamo ideologici, ma appassionati dell’obiettivo. Disporre di due mani sempre libere, in vacanza, per due settimane di fila, siamo convinti che possa essere un’esperienza che trasforma il mindset dei ragazzini, ma anche dei nostri collaboratori. E se mentre teniamo i ragazzi distanti da social e smartphone, li facciamo muovere e socializzare, sudare e giocare, creare relazioni tra loro e assaporare il gusto del movimento ecco che il risultato si moltiplica”.